iPhone vs Galaxy Ultra: il mio dilemma da fotografo maniaco del RAW

Da anni ormai la mia vita tech salta da una parte all’altra come una pallina in un campo da ping pong. Le due racchette in questione? Apple e Samsung — probabilmente le due aziende più famose (e mainstream) del settore smartphone.

Apple garantisce un ecosistema integrato e una qualità generale altissima, ma Samsung ha davvero capito che oggi gli smanettoni sono tanti, e si può guadagnare anche su di loro. Come? Con un software che raggiunge livelli di personalizzazione incredibili, una buona fluidità, e compatibilità con una marea di device.

Tra tablet, laptop, wearable e compagnia, credo che ci siano due snodi principali: lo smartphone e il laptop. Sul secondo passo oltre (troppe variabili da sviscerare), ma sullo smartphone… beh, lì la questione è più chiara.

Fotocamera: meglio iPhone o Galaxy Ultra?

Per me la scelta tra iPhone e Galaxy si riduce a pochi fattori. Il primo? La camera.

Leviamoci subito il dente: Apple vince sulla fotocamera principale, mentre Samsung (parlo del Galaxy Ultra) vince sullo zoom.

Ora, per un appassionato di fotografia da smartphone — come il sottoscritto — la questione non è così banale.

La famosa frase dei recensori su YouTube, “Se per voi lo zoom è importante…”, mi ha sempre fatto sorridere. Che vuol dire? E per chi non lo è? Come faccio a sapere quante volte nei prossimi anni mi troverò a voler zoomare su qualcosa?

Insomma, il dilemma è reale. E la risposta non è così ovvia come sembra.

Continuità tra le lenti e fotografia in RAW

C’è un altro aspetto che spesso viene sottovalutato: la continuità tra le lenti. Io scatto in RAW, praticamente sempre, anche da smartphone. Questo significa che ritocco tutte le foto. E non in modo casuale: sono uno di quelli che sta lì a modificare pixel per pixel perché “il preset non mi convince mai del tutto”, neanche quando me lo creo da solo.

Ora, se la fotocamera principale ha un colore e l’ultragrandangolo un altro, e magari la tele un altro ancora, capite bene il problema: non posso fare un semplice “paste settings” in Lightroom e via. Tocca lavorare tutto a mano. No, grazie.

Il famigerato shutter lag dei Samsung

Infine, lo shutter lag. Una leggenda urbana? Purtroppo no.

Anzi, un problema talmente noto che esistono intere guide su Reddit per attenuarne gli effetti, tramite moduli di Good Lock ad esempio.

Credo sia uno dei casi ingegneristici più affascinanti del mondo smartphone. Ho sempre sospettato che in un laboratorio segreto Samsung abbia un team di ingegneri, fisici e matematici il cui unico obiettivo è trovare nuovi modi per far venire mosso un soggetto anche a 1/350s.

Immagina: è una giornata d’estate, la luce è così forte che anche con gli occhiali da sole devi strizzare gli occhi per vedere. La fata morgana avvolge ogni marciapiede, gli anziani si sciolgono al sole, il tuo cane è steso per terra come un pollo ruspante.

Passa qualcuno camminando piano, preso dall’afa. Tu pensi: “Ok, ora porto il tempo di scatto a un cazziliardo, tanto l’ISO resta basso”.

Scatti.
Soggetto sfocato.
Sipario.

(Chiaro che parlo di soggetti in ombra, perché pure la gestione delle alte luci… vabbè, lasciamo stare.)

In sintesi

Se sei uno di quelli che vive tra Lightroom, scatti in RAW, e noti le differenze cromatiche tra una lente e l’altra, allora mi capirai. Il mio saltellare tra iPhone e Galaxy Ultra non è solo un capriccio tech: è una vera e propria lotta tra qualità, controllo e compromessi.

E no, non credo di smettere presto.

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